di Daniela Palumbo e Liliana Segre
Edizioni 2018 - pp.200
€ 9,90 | cartaceo
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Leggendo il testo si può vivere l’orrore dell’Olocausto e venire a conoscenza della crudeltà alle quali l’uomo può arrivare. Guardando oltre le righe si può percepire il dolore provato da ogni detenuto; emozioni che fanno riflettere su quegli eventi passati, per far sì che non accadano nuovamente.
Nonostante ciò, oggi si stanno diffondendo gruppi di persone che incitano al nazionalismo ed a comportamenti discriminatori di tipo fascista. Per fare un esempio, tra i fatti successi di recente, si può fare riferimento alla scritta “ Juden hier” trovata sulla porta di Aldo Rolfi a Mondovì, figlio di una sopravvissuta ai campi di sterminio e testimone di questa terribile vicenda: Lidia Rolfi. Molti sostengono che questi episodi siano causati dal razzismo e dall’odio della gente di oggi nei confronti del “diverso”, proprio come ai tempi della Shoah. Ma il dato allarmante è rappresentato dall’aumento progressivo della percentuale di persone negazioniste, che smentiscono la presenza dei fatti accaduti agli ebrei durante il nazifascismo e che diffondono, con atti simili, la loro visione distorta della realtà dei fatti storici.
In realtà si potrebbero trovare decine di fonti che ne provano la veridicità, ad esempio: le foto e i filmati che mostrano i cumuli dei cadaveri dei deportati e le fosse comuni, i documenti e i beni dei prigionieri ammassati nei campi di sterminio, le testimonianze dei sopravvissuti e molte altre…
Per contrastare l’oblio dell’ignoranza e mantenere vivo il ricordo delle vittime della Shoah, in questi ultimi anni, è stata promossa una nuova iniziativa ideata da un artista tedesco: le “Pietre d’inciampo”. Essa consiste nel posizionare davanti all’ultima abitazione di ogni vittima di un campo di sterminio un blocco di pietra rivestito di ottone, con incisi il suo nome ed i suoi dati anagrafici. Ad oggi ne sono state posizionate cinquantamila nei Paesi in cui il nazi-fascismo ha fatto le sue vittime, molte altre troveranno il loro posto in futuro.
In conclusione è giusto che questi fatti vengano tramandati di generazione in generazione per evitare che si ricada negli stessi errori del passato.
“Come potevamo immaginare che degli esseri umani come noi, avessero programmato le camere a gas per gli altri esseri umani?” Liliana Segre
...PER NON DIMENTICARE...
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